Il progetto proposto per il concorso di idee indetto dal Comune di Pistoia per la sistemazione di Piazza dello Spirito Santo è nato a seguito di un’attenta analisi dei diversi aspetti architettonici, funzionali, storici e culturali, che caratterizzano la piazza ed il centro storico della città.
Essa si presenta composta da tre distinti spazi, poco unitaria sotto l’aspetto planivolumetrico, pavimentata con uno strato di asfalto ormai compromesso, utilizzata prevalentemente come parcheggio, senza attività di ristoro, negozi, aree per la sosta o attrattive che stimolino il soffermarsi della gente, e come area mercatale due volte a settimana, le uniche due mezze giornate in cui il posto sembra prendere vita, ripossedere una sua identità urbana.
Gli unici elementi storici rilevati che connotano la piazza, oltre alle facciate della chiesa e degli edifici che la incorniciano, sono la statua del Cardinale Niccolò Forteguerri e la monumentale Phoenix canariensis che vegeta nell’aiuola circolare.
L’obbiettivo del progetto di riqualificazione della piazza è stato principalmente quello di restituire al luogo le sue caratteristiche di piazza, secondo il concetto greco di Agorà che la intendeva come fulcro della vita della comunità, e favorirne quindi i molteplici usi, anche alla luce delle moderne modalità di vivere la città. Si è voluto che la piazza tornasse ad essere il luogo in cui incontrarsi, conoscersi, socializzare, dove si scambiano le merci e le idee, dove si coltivano i comportamenti civili, dove si organizzano manifestazioni, si mettono in scena spettacoli, mostre, eventi, un crocevia di strade che portano la gente dai luoghi più diversi della città in quel punto; la piazza è anche il ricordo della storia di quel luogo, dei suoi cittadini, del suo territorio, oltre ad essere l’ambiente che tutta la cittadinanza dovrebbe sentire come proprio, quasi fosse il “grande cortile di casa propria”, dove tutto trasmette familiarità e il piacere di viverci.
Per ottenere questi risultati la piazza è stata ripensata nel suo insieme come un vero e proprio paesaggio urbano, con zone per la sosta, angoli di verde, una sobria ma caratteristica pavimentazione che unisce in modo organico le tre diverse aree che la costituiscono, una corretta illuminazione e una serie di servizi, per dare alle persone motivo di viverla in tutte le stagioni sia di giorno sia di sera; oltre a collegarsi in modo attivo alle realtà cittadine già consolidate nel contesto urbano limitrofo.
L’idea di progetto è nata durante il sopralluogo nell’osservare le fessurazioni venutesi a creare, col tempo e a causa degli sbalzi termici, nell’asfalto, e le piccole forme di vita vegetale che in alcune di esse iniziano a svilupparsi. Da qui si è partorita l’idea di proporre una pavimentazione irregolare dal colore sobrio, che ricordasse, in modo stilizzato, le fessure che si formano per dilatazione nei materiali rigidi, come nella terra argillosa in condizioni di aridità, e una vegetazione dall’aspetto molto naturale all’interno di aree, disegnate come fossero spaccature nella pavimentazione, a dare l’impressione che le piante siano nate spontaneamente.
Quest’idea ha voluto farsi portatrice di una nuova concezione di verde urbano, che propone le piante nella loro veste più naturale e in tutta la loro forza generatrice di vita. In questa chiave di lettura è stata rivalutata anche la funzione della maestosa P. canariensis che domina la piazza, simbolo della storia del luogo, come elemento vegetale nato nel passato in modo spontaneo, magari da un seme portato da qualche volatile e caduto in una fessura della pavimentazione, e che col tempo è cresciuto e ha scalzato, con la sua forza, la pavimentazione circostante. Da qui l’idea di voler dare l’impressione, ridisegnando la fioriera, che la pianta fosse nata lì da seme all’interno di una fessura della pavimentazione.
Per quanto riguarda il calpestabile si è mantenuta la pavimentazione esistente di pietra arenaria grigia per le vie carrabili che attraversano la piazza, mentre per l’area centrale si è scelta una pavimentazione che uniformasse, in modo semplice, l’intera piazza, rendendola un unico spazio, che si distinguesse da quelle classiche in pietra che ricoprono le altre strade limitrofi, e che avesse una propria identità senza distogliere lo sguardo dei visitatori dagli edifici che la incorniciano, ma al contrario che li valorizzasse, mediante un fondo uniforme e dal colore sobrio: un impasto di calcestruzzo colore marrone pallido tipo terra ad alta resistenza e proprietà fotocatalitiche, dal disegno stilizzato e dalle linee contemporanee, per apportare un tocco di modernità non solo alla piazza ma anche alla città stessa.
Le sedute, disposte nella zona centrale, alternate alle aree verdi, ma allo stesso tempo collegate ad esse dal “tema conduttore” delle fessure, sono state concepite come grossi elementi monolitici, della stessa forma delle porzioni di pavimentazione, costituiti da cemento ricoperto con uno strato di resina per esterno ad alta resistenza di colore rosso vino, a ravvivare la piazza, caratterizzata da tonalità molto sobrie, per esortare la gente alla seduta, alla sosta, vista come occasione per socializzare.
Proprio per questo fine sono state concepite sedute di grandi dimensioni che permettono alle persone di sedersi insieme, rendendo il posto stimolante al dialogo e alla conoscenza, nel quale tutti si possano sentire a loro agio, col fine di lanciare un forte messaggio di multi-relazionalità.
Le aperture disegnate nel pavimento e rinverdite con specie erbacee perenni (Festuca tenuifolia e Panicum virgatum) vogliono enfatizzare il fatto che basta una piccola fessura, con un poco di terreno, per dare vita a della vegetazione in grado d’ingentilire il paesaggio urbano delle nostre città.
Il verde proposto disegna interessanti forme geometriche irregolari, nella zona centrale, che si collegano alla singolare fioriera che accoglie la palma; attorno ad essa la pavimentazione si alza e diventa irregolare anche nell’inclinazione, come se fosse stata sollevata dalla crescita delle radici stesse; tale soluzione si è resa necessaria non essendo possibile modificare il piano di campagna dell’esemplare.
Il nuovo impianto d’illuminazione proposto vuole valorizzare la piazza, rendendo il luogo attraente ed emozionante anche durante le ore serali, e offrire una corretta visibilità di notte, pur mantenendo i costi di illuminazione bassi grazie all’utilizzo di apparecchi esclusivamente a tecnologia LED.
L’idea sviluppata prevede di dare valore alla facciata della chiesa mediante corpi illuminanti incassati nella pavimentazione che “lavano” la parete di luce (wall washing) creando un effetto suggestivo. Sul perimetro della piazza sono stati inseriti lampioni di design, dalle linee pulite ed essenziali e dalla luce discreta. Per la zona centrale vengono proposti corpi illuminanti lineari, che evidenziano le forme e il colore delle sedute e il disegno delle aree verdi ricavate nella pavimentazione.
La monumentalità della P. canariensis viene accentuata da un’illuminazione a faretti, posti ai piedi della palma, che la illuminano dal basso andando a valorizzare il grosso tronco e l’ampia chioma. La vegetazione erbacea delle aiuole viene invece messa in risalto mediante luce soffusa emanata da corpi illuminanti incassati a terra.
Il progetto prevede anche la possibilità di inserire un punto ristoro rimovibile, costituito da una struttura di travi HEA 100 in acciaio, sulla quale viene fissato un pannello isolante, una lamiera grecata, che aiuta l’irrigidimento della struttura stessa, e una lamiera in acciaio saldata ad una maglia e ricoperta di tessuto per il contenimento della terra e delle piante. Il tetto e due pareti esterne sono state infatti progettate per essere rivestite da uno strato di vegetazione (Lippia nodiflora) che cresce in uno spessore di 10 cm di terreno, irrigato con impianto di subirrigazione; le altre due pareti sono costituite da due vetrate con serramenti in acciaio corten; il locale è stato attrezzato con un servizio, dotato di vasca di raccolta, per il personale.
La presenza di un piccolo bar, dal design e dalla tecnologia contemporanei, ricoperto da vegetazione, con vetrate che permettono di vedere attraverso, non chiudendo la visuale sull’asse est-ovest della piazza, può essere motivo di una maggiore fruizione del luogo da parte delle persone soprattutto durante la bella stagione e gli eventi.
Infatti è stata prevista anche la possibilità di organizzare eventi all’aperto, quali feste, spettacoli e concerti, oltre a mostre d’arte, sfruttando anche le particolari e colorate sedute della piazza, e installazioni temporanee di giochi per bambini, proponendo una visione polifunzionale del luogo. Oltre alle attività sopra esposte, è stato pensato di riprogettare, nello stesso punto in cui si trovano ora ma con un design più moderno, un punto acqua e un apparecchio telefonico pubblici, insieme a dei cestini e ad una postazione per il servizio pubblico di noleggio bici, che dovrà stimolare i cittadini all’utilizzo della bicicletta come green vehicle, ed insieme essere occasione per andare in Piazza dello Spirito Santo.
L’idea di creare un paesaggio urbano ben distinto dallo stile delle altre piazze della città, ma che con esso dialoga in modo armonioso, vuole creare una sorta di sorpresa nel visitatore che, dalle vie confluenti nella piazza, arriva in questo magico luogo.
Aiuole via XXV aprile - Moniga del Garda (BS), anno 2011-2012
Sistemazione delle aree verdi del parco del castello di Moniga del Garda (BS), anno 2012-2015
Moniga del Garda (BS), anno 2013
Gardone Valtrompia (BS), anno 2015